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Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali

Villa Rufolo - 84010 RAVELLO - Italia

tel. +39 089 857669 - 089 858101 fax +39 089 857711 www.univeur.org info@univeur.org - univeur@tiscali.it

CENTRO UNIVERSITARIO EUROPEO

PER I BENI CULTURALI

20 ANNI: 1983-2003

Il Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali - ONLUS, è un'Associazione di diritto privato, costituita

con atto del Notaio Vincenzo Sisto il 10 febbraio 1983, dotata di personalità giuridica con decreto del

Presidente della Repubblica del 9 marzo 1987, registrato alla Corte dei Conti il 15 settembre 1987, registro n. 52, foglio n. 82.

Grafica

Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali

Copertina

Menabò comunicazione Salerno

Stampa

Tipografia De Rosa Maiori (SA)

© Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali, Ravello, Italia

Finito di stampare nel mese di novembre 2003

SOMMARIO

Un'esperienza esaltante.................................................................................................................................p. 5

Alfonso Andria

Venti anni dopo................................................................................................................................................p. 7

Mario Valiante

Un regard sur vingt années d'activité...........................................................................................................p. 11

Jean-Paul Morel

LE ATTIVITA' ........................................................................................................................................................p. 17

Archeologia, storia, cultura............................................................................................................................p. 19

Scienze e materiali del patrimonio culturale...............................................................................................p. 37

Territorio storico e ambiente...........................................................................................................................p. 47

Rischio sismico e patrimonio culturale..........................................................................................................p. 69

Beni librari..........................................................................................................................................................p. 99

Informatica e beni culturali............................................................................................................................p. 107

Studio, tutela e fruizione del patrimonio culturale......................................................................................p. 115

L'Osservatorio Europeo sul Turismo Culturale..............................................................................................p. 133

I partecipanti e le attività...............................................................................................................................p. 141

Elenco delle pubblicazioni.............................................................................................................................p. 143

L'Esprit di Ravello.............................................................................................................................................p. 149

Il Centro dal 1983 al 2003...............................................................................................................................p. 151

L'Assemblea Generale....................................................................................................................................p. 153

Il Consiglio di Amministrazione (2002-2004)..................................................................................................p. 155

Il Comitato Scientifico (2002-2004)................................................................................................................p. 157

4 5

Un'esperienza esaltante

Alfonso Andria, Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali

Una storia lunga vent'anni. Una bella storia che

ho vissuto intensamente e che anzi per me è più lunga ancora. Data infatti dall'autunno del 1981, quando come funzionario dell'Ente Provinciale per il Turismo di Salerno cominciai a seguire l'iter procedurale che avrebbe poi portato i nove Enti fondatori ed i sette Soci promotori alla sottoscrizione dell'atto costitutivo il 10 febbraio

1983. Il Sen. Mario Valiantee - con impegno

tenace espresso all'interno dell'Assemblea

Parlamentare del Consiglio d'Europa di cui era

all'epoca autorevole componente - era riuscito, grazie alla disponibilità del territorio, ad orientare su Ravello e nella Villa Rufolo la scelta della localizzazione del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali.

Si trattava di un'intuizione straordinaria: il

Consiglio d'Europa precorreva i tempi

promuovendo l'avvio di una riflessione sulla cultura dei saperi. Il confronto tra le scienze umane e quelle esatte e il conseguente approccio multidisciplinare alle tematiche oggetto di studio sarebbe diventato poi il segno distintivo dell'azione del Centro.

Desidero perciò attribuire a queste righe

introduttive della pubblicazione del ventennale del Centro il significato di una testimonianza: un tuffo nella memoria di chi - come me - ha attraversato tutto intero quel periodo, dalla fase iniziale del conferimento dell'incarico di

Segretario Generale da parte del Presidente

Jacques Soustelles dinanzi al Consiglio di

Amministrazione appena insediato, sino alla

recentissima nuova responsabilità di Presidente che rappresenta un banco di prova impegnativo, consapevole come sono di averraccolto un'eredità ricchissima.

La capacità che il Centro ha espresso nelle

relazioni con la comunità scientifica nazionale ed internazionale ne ha favorito l'accrescimento sulle tematiche connesse alla salvaguardia, alla tutela e alla valorizzazione dei beni culturali. Al tempo stesso si è sperimentata l'attitudine a lanciare nuove sfide, aprendo nuovi fronti di indagine e di ricerca: la cooperazione euro- mediterranea, la formazione intesa come momento di incontro tra etnie e culture differenti, il patrimonio immateriale.

Nel corso degli anni a Ravello ha preso forma

un vero e proprio laboratorio che ha individuato contenuti e proposte di alta valenza qualitativa.

La crescita costante del Centro, l'autorevolezza

acquisita, la continuità delle azioni compiute e la loro variegata articolazione hanno stimolato una ricaduta positiva anche dal punto di vista dell'animazione socio-culturale del territorio. Tutto ciò è il risultato di un robusto partenariato istituzionale, del prestigioso accompagnamento del Consiglio d'Europa, della guida illuminata ed accorta del Consiglio di Amministrazione e del Comitato Scientifico.

Ripensare a questo lungo lasso di tempo che

mi lascio alle spalle significa anche - se posso consentirmi un riferimento di ordine personale - analizzare una fase della mia vita nella quale sono stati raggiunti importanti traguardi: riconoscimenti sul piano professionale, l'impegno in politica, il servizio alle istituzioni locali culminato nell'elezione a Presidente della

Provincia di Salerno (1995). La presenza costante

presso il Centro nei differenti incarichi ricoperti, animata da una forte spinta ideale, ha arricchito 6 notevolmente la mia formazione, offrendomi la possibilità di vivere un'esperienza esaltante. Dalle fasi pioneristiche iniziali, fino alla costruzione di una piccola-grande équipe di preziose collaboratrici che - brillantemente coordinata dal Segretario Generale Dott.ssa Eugenia

Apicella - si esprime quotidianamente con

ammirevole abnegazione e riconosciuta efficienza, il Centro ha consolidato ritmi di lavoro, spessore dell'offerta formativa e produzioni editoriali di prestigio, che ne fanno oggi una realtà affermata e rispettata.Sulla base di tali motivazioni la celebrazione del ventennale del Centro va colta non soltanto quale legittima, orgogliosa sottilineatura di quanto realizzato, ma anche come occasione per un rilancio della sua azione.

Al mio riconfermato impegno aggiungo

l'auspicio che si possa continuare nel percorso tracciato con la stessa capacità creativa e con uguale freschezza per delineare nuovi scenari di confronto culturale e di crescita collettiva. 7 Venti anni sono un periodo assai modesto nella storia dell'umanità, per non dire della sua scarsa significanza nelle vicende del cosmo. Ma sono importanti nella vita di una istituzione, così come nella vita di un uomo: in questa segnano quasi un passaggio di generazione, dell'ente evidenziano la vitalità: se dura ancora dopo vent'anni vuol dire che era valido ed è vitale. I venti anni del Centro ci confortano e ci fanno ben sperare. Purtroppo non sono più con noi Amici autorevoli e preziosi: Jacques Soustelle, Georges Vallet, Giuseppe Petrilli, Tony Hackens. Il loro apporto è stato determinante nella vita del Centro, tanto da spiegare ancora oggi i suoi effetti. Crediamo che anch'essi celebrano con noi questo anniversario.

La costituzione

La creazione del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali si colloca nelle prospettive esaltanti che il Consiglio d'Europa si poneva quando era ancora la sola istanza politica a sostenere le attese di un'Europa unita. L'Università Europea dei Beni

Culturali sembrava essere uno dei primi Istituti

superiori di alta formazione da realizzare: poteva colmare le lacune in un settore assai ricco di interessi culturali, scientifici ed altresì economici, e contribuire anche più di altri alla formazione di una coscienza europea. Avrebbe avuto peraltro funzione trainante per analoghe istituzioni in altri settori, in direzione di un'Università europea "diffusa" in tutti gli Stati, con funzioni niente affatto sostitutive di quelle nazionali, ma piuttosto di specializzazione nei settori più elitari e perciò meno approfonditi in sede locale.

Il nostro impegno per realizzare l'istituzione in Italianon era legato a sollecitazioni nazionalistiche, ma

piuttosto alla convinzione che la ricchezza dei beni culturali nel Paese e particolarmente nella Regione ne avrebbero facilitato le ricerche, esteso le frequenze e garantito i risultati degli studi. Ci favorirono poi la posizione e la bellezza incomparabili di Ravello, che indicammo come sede, l'ospitalità nella prestigiosa Villa Rufolo, con profonda perspicacia offertaci dall'Ente Provinciale per il Turismo di Salerno, la disponibilità di Enti territoriali e nazionali ad operare con noi. Un grosso sostegno ricevemmo da P.A.C.T. (gruppo europeo di studiosi delle tecniche fisiche, chimiche, biologiche e matematiche applicate all'archeologia). Evitando i tempi inevitabilmente lunghi dei decisori politici, costituimmo il Centro come associazione di diritto privato. Il 10 febbraio 1983, nella Villa Rufolo di Ravello, i rappresentanti del Consiglio d'Europa, della Regione e della Provincia e del Comune, dell'Università e di Enti territoriali e locali nonché gli autorevoli promotori 1 diedero vita ad un'Associazione di persone e di Enti per la specializzazione scientifica e professionale in materia di beni culturali, pioniera e sperimentatrice di quella che dovrebbe essere l'Università europea per i beni culturali.

Presidente del Centro fu eletto il prof. Jacques

Soustelle, illustre archeologo e studioso della civiltà messicana, già Ministro della Repubblica francese,

Accademico di Francia. Io fui chiamato alla Vice

presidenza e il dottor Alfonso Andria nominato

Segretario generale. Un Comitato scientifico

formato da studiosi di tutta Europa ne sostiene l'attività.

Venti anni dopo

Mario Valiante, già Presidente del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali 8 L'associazione fu subito riconosciuta giuridicamente con decreto del Presidente della Repubblica.

Il metodo di lavoro

All'inizio dell'attività del Centro, in un Convegno su L'universalità della cultura, illustri studiosi di tutta Europa affermarono il principio dell'unità della cultura. Da l'Ésprit de Ravello - come fu definita questa linea - il Centro derivò il metodo dell'interdisciplinarietà, che da allora caratterizza la sua attività. Interdisciplinarietà non è tanto analisi dal punto di vista delle varie discipline interessate, ma piuttosto utilizzazione di metodi e modelli anche di scienze differenti, per una più articolata e completa conoscenza.

Questo metodo di lavoro è favorito a Ravello

dall'apporto di studiosi di discipline diverse, che operano in cooperazione, al di fuori di vincoli regolamentari e uniti appunto dalla possibilità di confrontarsi e di arricchire le proprie conoscenze con i risultati delle rispettive ricerche. La facilità di incontri, la continua possibilità di scambi e la libertà di cui possono godere legano ricercatori e docenti al Centro.

L'impegno continuo e disinteressato di tutti

conferma l'interesse ad operare nel Centro. Esso è diventato un foyer di studiosi e un istituto di alta formazione. Finora diverse centinaia di docenti italiani ed europei e altresì extra-europei hanno diretto le attività di studio e garantito l'insegnamento, e alcune migliaia di allievi hanno frequentato i corsi nei diversi settori della vasta materia dei beni culturali.

L'attività

Fu probabilmente la presenza di molti archeologi - a cominciare dal Presidente e dai componenti del Gruppo P.A.C.T. - ad orientare le prime e più numerose iniziative del Centro in direzione dell'Archeologia. Ma non sono stati trascurati gli altri settori. Particolare importanza è stata data anche alle discipline delle Scienze e materiali del patrimonio culturale, dei Beni librari, del Territorio storico e Ambiente, della Tutela e fruizione del patrimonio culturale, del Turismo culturale, dell'Informatica nei beni culturali. Un impegno speciale è stato riservato al settore del

Rischio sismico e patrimonio culturale, anche per

soddisfare le esigenze di prevenzione e di intervento nelle non limitate zone del Mediterraneo e del Medio Oriente esposte ai pericoli di terremoto. In questa materia il Centro ha svolto ricerche e acquisitoconoscenze - soprattutto nel settore della Cultura sismica locale - che, convalidate scientificamente, costituiscono una disciplina sostanzialmente nuova ed originale. Peraltro proprio dall'impegno del

Centro sono derivate le iniziative del Consiglio

d'Europa per la prevenzione dei rischi naturali e tecnologici (Programma EUR.OPA - Risques majeurs), preparate con i primi incontri dei Ministri della

Protezione civile dell'Europa Mediterranea,

organizzati dal Centro nel 1985 a Ravello e ad Atene e nel 1986 ad Istanbul. Un programma speciale per il secondo decennio è stato riservato ai Beni diffusi, quelli che, presenti in tutto il territorio, rappresentano e perpetuano la storia delle società e delle civiltà locali.

Nella imminenza del Giubileo del 2000 è stato

costituito l'Osservatorio europeo sul turismo culturale. Rilevante la formazione della Carta dell'Etica del turismo culturale, poi presentata all'UNESCO a Parigi.

Dal 1998, muovendo dai Forum di Paestum - svolti

nell'ambito dell'annuale Borsa Mediterranea del Turismo archeologico, organizzata dalla Provincia di Salerno - è stato promosso un raccordo con i Paesi dell'Area nord-africana e medio-orientale del

Mediterraneo, per la partecipazione dei loro

ricercatori e studiosi alle iniziative del Centro. Significativo il sostegno del Ministero degli Esteri italiano a un master annuale riservato ad allievi di quelle zone. Generalmente incontri seminariali preparano i Corsi e frequenti Convegni divulgano i risultati delle ricerche. Taluni Corsi formativi sono permanenti. A servizio delle comunità locali vengono realizzati interventi sul territorio. Tra i principali: il supporto alle ricerche scolastiche sui beni culturali, il monitoraggio della loro fruizione, il censimento e il recupero degli antichi mestieri. Poco meno di cento volumi di Atti dei corsi e dei convegni e altresì di monografie scientifiche sono stati pubblicati, prima con le Edizioni P.A.C.T. di Bruxelles, poi con l'Istituto Poligrafico dello Stato, quindi in una specifica collana della casa editrice

Edipuglia.

Una Biblioteca di diverse migliaia di volumi -

attualmente in corso di informatizzazione - sostiene adeguatamente l'attività.

La funzione

Sono ricercate intese con Università europee.

Accanto alla co-fondatrice Università degli studi di Salerno, l'Istituto Politecnico di Tomar (Portogallo) e 9 l'Università del Sannio (Benevento) si sono associate al Centro. Con le Università di Brema (Germania), di

Paris XII e di Saint-Etienne (Francia), di Napoli

"Federico II", di Pisa e di Salerno sono state sottoscritte convenzioni di cooperazione e di riconoscimento dei corsi e delle attività. L'istituto di Ravello è giustamente considerato centro di eccellenza. Esso specializza i laureati, 1 Soci promotori furono il sen. Giuseppe Petrilli, Vice Presidente dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa; il dott. Gaetano Adinolfi, Segretario generale aggiunto del Consiglio d'Europa, il prof. Jaques Soustelle, Presidente del Gruppo P.A.C.T., l'on. Alfredo De Poi, Presidente della Delegazione italiana all'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, il sen. Mario Valiante, membro dell'Assemblea parlamentare del Consiglio d'Europa, il dott. Jean- Pierre Massué e la dott. Carla Magnoni, della Divisione insegnamento superiore e ricerca del Consiglio d'Europa. Enti fondatori furono il Consiglio d'Europa, l'Università degli Studi di Salerno, il FORMEZ, la Provincia di Salerno, l'Ente provinciale per il Turismo di Salerno, la Comunità Montana della Penisola Amalfitana e il Comune di Ravello, La qualità di fondatori fu attribuita anche alla Regione Campania e all'Azienda di Soggiorno e Turismo di Ravello, che avevano preannunziato la loro adesione. perfezionando le loro competenze per la ricerca scientifica e per l'attività professionale, secondo le nuove esigenze che vanno emergendo nella società contemporanea. La mancanza di valore legale dei titoli conferiti non ne esclude la ricchezza culturale e scientifica giustamente apprezzata. Il Centro soddisfa una assai vasta esigenza di formazione interdisciplinare e di perfezionamento tecnico, tanto che la frequenza dei corsi continua ad essere largamente sollecitata. "Venti anni" di impegno e di realizzazioni hanno fatto del Centro Universitario Europeo per i Beni Culturali una realtà scientifica e formativa di rilievo e garantiscono per l'avvenire. 10 11 Le Centre Universitaire Européen pour les Biens Culturels accomplit en 2003 sa vingtième année. Cette sorte de majorité symbolique représente, pour une institution relativement jeune encore, mais riche déjà en réalisations, une occasion de considérer le trajet accompli, de dresser un bilan, de conforter ou d'infléchir son action, de prendre de nouvelles résolutions. Le Centre a été créé le 10 février 1983 à l'initiative de la Délégation parlementaire italienne auprès du Conseil de l'Europe, sous les auspices du Secrétaire général de cet organisme et du Gouvernement italien. Ces parrainages fixaient d'emblée sa double nature, profondément insérée dans le tissu institutionnel, culturel et humain de l'Italie, mais en même temps largement européenne. En particulier, la tutelle du Conseil de l'Europe se plaçait dans le droit fil de l'action de cette institution, qui, depuis sa création en 1949, et plus encore depuis les années soixante, avait développé un important travail international en faveur du patrimoine culturel européen, jalonné par une longue série de résolutions, recommandations, chartes et autres textes ayant pour objet la protection et la mise en valeur de ce patrimoine.

L'Esprit de Ravello

Dès sa seconde année d'existence, le CUEBC allait poser, par la "Déclaration de Ravello" (6-7 juin 1984), un des principes fondamentaux de son action, connu sous le nom d'"Esprit de Ravello» et qui n'a cessé de le guider. L'exigence première en est le "développement des sciences humaines en étroite concertation et coopération avec les sciences de la

Un regard sur vingt années d'activité

Jean-Paul Morel, Vice-Président

nature". Un aspect, par conséquent, de cette interdisciplinarité que depuis quelques décennies invoquent à l'envi universitaires et chercheurs, mais qui, lorsqu'elle ne se réduit pas, comme c'est si souvent le cas, à la coexistence au sein d'une même université de disciplines variées, ne va guère au-delà d'approches parallèles d'un même sujet d'étude selon des optiques différentes. Pour les pères fondateurs du CUEBC, en revanche (et nous citons là encore la déclaration de 1984), l'interdisciplinarité doit non seulement comporter "l'étude d'un phénomène du point de vue des différentes disciplines scientifiques qui s'y intéressent", mais aussi et surtout implique que "dans le but d'atteindre une connaissance plus complète, des méthodes, des modèles et des outils empruntés à des sciences différentes sont utilisés et qu'une comparaison entre les différents types d'analyses est effectuée". Ce ne sont pas là des mots creux. En effet ce n'est pas un hasard si parmi les organismes qui ont tenu le Centre de Ravello sur les fonts baptismaux figurait en bonne place le Groupe PACT (littéralement "Physique, archéologie, chimie, techniques"), créé dans l'orbite du Conseil de l'Europe par une poignée de chercheurs soucieux d'appliquer à l'archéologie, pour en identifier, dater, analyser ou conserver les objets, des techniques physiques, chimiques, biologiques et mathématiques. On pourrait en résumer l'ambition en disant qu'il s'agissait, symboliquement, de mettre au service de l'Antiquité ce que les sciences et les techniques avaient de plus moderne (non sans retombées bénéfiques pour ces sciences et ces techniques elles-mêmes, souvent contraintes d'innover et d'inventer, une foisquotesdbs_dbs24.pdfusesText_30
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