[PDF] AMBIENTI DI APPRENDIMENTO INCLUSIVI



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Ambienti di apprendimento e classi virtuali

Ambienti di apprendimento e classi virtuali Nelle scienze dell’educazione si parla di ambiente di comunità di apprendimento in relazione a un cam- biamento di prospettiva e al passaggio dal paradigma dell’insegnamento a quello dell’ apprendimento , cioè da



AMBIENTI di APPRENDIMENTO - Siti tematici

L’APPRENDIMENTO ATTIVO Il «TEAL» (Technology Enhanced Active Learning) è una metodologia didattica che vede unite lezione frontale, simulazioni e attività laboratoriali su computer per un’esperienza di apprendimento ricca e basata sulla collaborazione



MARIO CASTOLDI, AMBIENTI DI APPRENDIMENTO RIPENSARE IL

ambienti di apprendimento in esso contenuti articolandone l’illustrazione nei seguenti quattro punti: principi di fondo, significati e valenze educative, modalità operative, uno o più esempi (i ripensamenti presentati sono ripensare: 1 lo spazio, 2 la risorsa



AMBIENTI DI APPRENDIMENTO INCLUSIVI

1 ambienti di apprendimento inclusivi ufficio scolastico regionale per l’abruzzo progetto di ricerca-azione “inclusione 2014” relatore: prof ssa filomena polidori



AMBIENTI DI APPRENDIMENTO E DIDATTICA A DISTANZA

ambienti di apprendimento attraverso l‟integrazione delle tecnologie nella didattica in un nuovo scenario che rappresentava l‟evoluzione delle azioni realizzate in passato: “Non più la classe in laboratorio ma il laboratorio in classe” Tra le varie azioni intraprese a partire dal 2008 ricordiamo:



Costruire ambienti di apprendimento nel nuovo scenario dell

Ambienti di apprendimento innovativi – Esempi De Toni e De Marchi (2018) • Gli ambienti di apprendimento auto-organizzati di Sugata Mitra (2005) • Apprendimento auto-organizzato on-line tra pari: il Prolearn Network of Excellence di Scott (2009) • Un approccio 2 0 al peer tutoring: il modello di Westera (2009)





Ambienti di apprendimento innovativi – Una panoramica tra

apprendimento tra pari, scuola/azienda, ecc ) 7 Promuovere l’innovazione perché sia sostenibile e trasferibile L’orizzonte numero tre, in particolare, va ad insistere sugli ambienti di apprendimento de - clinando alcune proposte di innovazione che modificano il setting a partire dal cambiamento



La scuola digitale: nuovi ambienti di apprendimento

Apprendimento lineare Stile comunicativo uno a molti Apprendimento per assorbimento Internalizzazione riflessione Autorità del testo Primo leggere Digital native Codice digitale Apprendimento Multitasking Condividere e creare la conoscenza (Mp3 Wikipedia) Apprendere ricercando giocando esplorando Esternalizzazionie dell’apprendimento



Spazi e apprendimento: trasformare gli ambienti educativi fra

Spazi e apprendimento: trasformare gli ambienti educativi fra pedagogia apprendimento polifunzionale del gruppo-classe, l’evoluzione dell’aula tradizionale che

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1

AMBIENTI DI APPRENDIMENTO INCLUSIVI

UFFICIO SCOLASTICO REGIONALE PER L·$BRUZZO

PROGETTO DI RICERCA-AZIONE ´INCLUSIONE 2014µ

Relatore: Prof.ssa Filomena Polidori

Partiamo GM "

INDICAZIONI PER IL CURRICOLO SHU OM VŃXROM GHO SULPR ŃLŃOR G·LVPUX]LRQH 2012 2

LE INDICAZIONI "

PRINCIPI PEDAGOGICI IMPOSTAZIONI METODOLOGICHE DI

FONDO

Attenzione al soggetto che apprende, alle sue

esperienze e ai suoi bisogni ¾ YMORUL]]MUH O·HVSHULHQ]M H OH ŃRQRVŃHQ]H GHJOL alunni, per ancorarvi nuovi contenuti, ¾ attuare interventi adeguati nei riguardi delle diversità, per fare in modo che non diventino disuguaglianze. Attenzione alla sua dimensione sociale ¾ LQŃRUMJJLMUH O·MSSUHQGLPHQPR ŃROOMNRUMPLYRB

Attenzione ai suoi processi di apprendimento ¾ IMYRULUH O·HVSORUM]LRQH H OM VŃRSHUPM MO ILQH GL

promuovere la passione per la ricerca di nuove conoscenze,

¾ promuovere la consapevolezza del proprio

PRGR GL MSSUHQGHUH MO ILQH GL ´LPSMUMUH MG

MSSUHQGHUHµ

¾ realizzare percorsi in forma di laboratorio, per

IMYRULUH O·RSHUMPLYLPj H MOOR VPHVVR PHPSR LO

dialogo e la riflessione su quello che si fa. 3 4

Parola ² chiave: IO

Mi sento accolto

Costruisco la mia identità

Mi sento incluso

Mi emoziono

Collaboro

Opero 5 Oggi O·MSSUHQGLPHQPR VŃROMVPLŃR q VROR XQM GHOOH PMQPH esperienze di formazione che i bambini e gli adolescenti vivono

Che noia...

La scuola!!!

I·RUL]]RQPH PHUULPRULMOH GHOOM VŃXROM VL allarga" Ogni singola persona, nella sua esperienza quotidiana, deve tener conto di informazioni sempre più numerose ed eterogenee e si confronta con la pluralità delle culture.

Chi sono?

6 7 Alla scuola, dunque, il compito di fornire supporti adeguati affinché ogni persona sviluppi XQ·LGHQPLPj ŃRQVMSHYROH H MSHUPM. Alla scuola anche il compito di realizzare il successo scolastico di tutti gli studenti, con una particolare attenzione al sostegno delle varie forme di diversità, di disabilità o di svantaggio, nella consapevolezza che siamo tutti diversamente abili. 8 9

Scuola=luogo

accogliente formazione della classe come gruppo promozione dei legami cooperativi fra i suoi componenti gestione degli inevitabili conflitti indotti dalla socializzazione cura del contesto di apprendimento cura delle scelte organizzativo - didattiche adeguate alle:

1. esperienze

SUHJUHVVH GHOO·MOXQQR

2. conoscenze

SRVVHGXPH GMOO·MOXQQR

3. esigenze delle

famiglie

4. richieste sociali

La collaborazione delle formazioni sociali, in una nuova dimensione GL LQPHJUM]LRQH IUM VŃXROM H PHUULPRULR IM Vu ŃOH RJQXQR SRVVM ´VYROJHUH VHŃRQGR OH SURSULH SRVVLNLOLPj H OM SURSULM VŃHOPM XQ·MPPLYLPj R XQM IXQ]LRQH ŃOH ŃRQŃRUUM MO SURJUHVVR PMPHULMOH H VSLULPXMOH GHOOM VRŃLHPjµB 10 L'acquisizione dei saperi richiede un uso flessibile e polivalente degli spazi usuali della scuola, ma anche la disponibilità di luoghi attrezzati che facilitino il processo di esplorazione e di ricerca: per le scienze, l'informatica, le lingue comunitarie, la produzione musicale, il teatro, le attività pittoriche, la PRPULŃLPj". 11

™ETIMOLOGIA:

$0%H5( ´$1G$5( H172512 FH5F21G$5(µ TXLQGL ŃRQPHQLPRUH R ŃRUQLŃH ŃOH VPM LQPRUQR MOO·MOOLHYR VSM]LR ILVLŃR dove si impara (espressione troppo riduttiva!).

™DATA DI NASCITA:

SMVVMJJLR GMO SMUMGLJPM SHGMJRJLŃR GHOO·LQVHJQMPHQPR

MO TXHOOR GHOO·MSSUHQGLPHQPR

GM XQM YLVLRQH LQŃHQPUMPM VXOO·LQVHJQMQPH MG XQM LQŃHQPUMPM VXO soggetto che apprende e sui suoi processi di apprendimento.

AMBIENTE DI APPRENDIMENTO

12 13

PRINCIPIO COGNITIVISTA-COSTRUTTIVISTA

I·$335(1GH0(172 q XQ SURŃHVVR ŃRVPUXPPLYR LO VRJJHPPR HOMNRUM OH LQIRUPM]LRQL ŃOH SURYHQJRQR GMOO·HVPHUQR integrandole nelle strutture cognitive

Si basa su TRE PRINCIPI:

1.La conoscenza come prodotto di una

costruzione attiva del soggetto

2. la conoscenza ha carattere situato,

ancorato nel contesto

3.La conoscenza si svolge attraverso forme

di collaborazione e negoziazione sociale 14 15 16

AMBIENTE DI APPRENDIMENTO: TENTIAMO UNA

DEFINIZIONE

Contesto di supporto

MOO·MSSUHQGLPHQPR

6SM]LR G·M]LRQH ŃUHMPR SHU

stimolare la costruzione delle conoscenze, abilità,

PRPLYM]LRQL"

Spazio mentale e

culturale, organizzativo ed emotivo/affettivo

Luogo fisico o

virtuale, con strumenti, sussidi ecc. 17

UN AMBIENTE INTENZIONALE

18

Scuola Extra-

scuola

Ambiente di

apprendimento intenzionale

Sport, musica, social

network, associazioni culturali, giochi ecc. 19

UNA METAFORA IN PRESTITO DAL TEATRO

9 Scuola: pièce teatrale ² XQ·M]LRQH

visibile, in un contesto strutturato

9 Lo spazio (la scena) O·MXOM LO

laboratorio, la NLNOLRPHŃM"

9 ² I partecipanti (gli attori presenti

sulla scena): i bambini, gli insegnanti, altri adulti

9 Le attività (le azioni rappresentate

dagli attori): pratiche didattiche, ludiche, ecc.

9 Le modalità di gestione, e cioè le

modalità con cui il regista guida la rappresentazione degli attori: più o meno vincolanti (A. Antonietti, I contesti di apprendimento come scenari di scuola, www.oppi.it.) 20 Per concludere" con la metafora teatrale si può dire che un insegnante/regista dovrebbe prestare attenzione ad alcuni elementi:

1.luogo in cui rappresentare il copione prescelto.

GM TXL O·LPSRUPMQ]M GHOOM SUHGLVSRVL]LRQH GHJOL MUUHGL MOO·LQPHUQR GHOO·MXOM PM MQŃOH GHOO·XVR GL ORŃMOL MPPUH]]MPL SHU JOL HVSHULPHQPL scientifici o le attività informatiche, o adibiti a biblioteca scolastica per la lettura o ancora a laboratorio musicale, di storia, ecc.)

2. lo sfondo da collocare sulla scena.

3HU O·LQVHJQMQPH OR ©VIRQGRª GM ŃUHMUH SHU O·HVSHULHQ]M GL MSSUHQGLPHQPR

ŃRQVLVPH QHOO·MPPRVIHUM MGHJXMPM H ŃLRq QHO JLXVPR ŃOLPMB HQ PMO VHQVR LO clima di classe più efficace appare essere quello basato sulla reciprocità, collaborazione e responsabilità individuali. Un clima socio-emotivo SRVLPLYR ŃOH IMYRULVŃM OM ŃRPXQLŃM]LRQH H O·LQPHUM]LRQH IUM SMUL LQ MPPLYLPj cooperative consente ai ragazzi di discutere, esprimere punti di vista, partecipare alla definizione delle regole e delle procedure di classe e delle regole per risolvere i conflitti. 21

3. le necessarie impalcature: le metodologie, i tempi e le modalità di lavoro, le

forme di organizzazione, i tipi di raggruppamento degli studenti, ecc.

4. Il regista si prende cura degli attori che compaiono sulla scena. Alla stessa maniera, al

docente spetta il compito di gestire la soggettività dei bambini, prestando attenzione alle caratteristiche di ognuno di loro: le conoscenze, le abilità possedute, le motivazioni, gli stili cognitivi di elaborazione delle informazioni, le convinzioni, ecc.

5. Infine, così come il regista coordina i comportamenti degli attori sulla scena, il

docente sovrintende alle azioni che gli alunni devono compiere, avvalendosi eventualmente di particolari strumenti. In tale ottica il docente modifica il suo ruolo di protagonista assoluto per diventare un "facilitatore» nel processo che porta gli allievi alla costruzione di conoscenze.

Altra possibile definizione:

´SMHVMJJLR HGXŃMPLYRµ

(Baldascino R., ) 22

Paesaggio

educativo scuola aula tecnologie laboratorio territorio 23

Sentieri, percorsi formativi

Collaborativi

Personalizzati A piccoli gruppi

Viaggio educativo

Studente

Oltre le barriere delle strutture

tradizionali 24
Lo spazio è a più dimensioni, è dinamico ed è in grado di favorire maggiormente O·MSSUHQGLPHQPR LO UXROR MPPLYR H OM UHVSRQVMNLOL]]M]LRQH GHO GLVŃHQPH ILQR MO successo formativo. 25

Classe o non più classe?

"Le classi sono fuori moda! Basta con le classi!

Non costruitele più!». (Roger Shank)

26

IM ´deaulizzazioneµB

Modello

scolastico

Taylorista

[VPLOH ´ŃMPHQM GL PRQPMJJLRµ NMVMPR VX XQ SUHŃLVR assioma: la società industriale necessita di alcune particolari e stabili conoscenze nei futuri lavoratori e per questo tutti gli studenti devono imparare le identiche cose, nello stesso modo e con gli stessi ritmi, insegnate da un preciso numero di docenti

MOO·LQPHUQR GL XQR VPHVVR VSM]LR]

Modello

scolastico flessibile 27

La rivoluzione scandinava

™ classi aperte

™ pareti mobili e scorrevoli

™ lezioni itineranti

28

I·HVHPSLR GHOOM 6YH]LM

I·HGLILŃLR VŃROMVPLŃR QHOOM VXM LQPHUH]]M H OH SHUPLQHQ]H HVPHUQH IMQQR SMUPH GHOO· ´HŃRVLVPHPM IRUPMPLYRµ LQ ŃXL OM IOHVVLNLOLPj OM GLYHUVLPj GHJOL MSSURŃŃL metodologico-didattici H O·LPSLHJR HVPHVR GHOOH PHŃQRORJLH SHUPHPPRQR OR VYLOXSSR GL XQM ´NLRGLYHUVLPj HGXŃMPLYMµ HQPUR OM TXMOH RJQL VPXGHQPH LQ NMVH MOOH SURSULH MPPLPXGLQL PURYM OM SURSULM ´QLŃŃOLM HGXŃMPLYM HŃRORJLŃMµB

In Svezia si è arrivati già a

costruire scuole senza più delimitazioni ben precise; consistono in un edificio con spazi aperti attrezzati in cui si incentiva, durante le attività didattiche, il dialogo e il lavoro di gruppo. 29
30

Gestire lo spazio per gestire

emozioni e valori

¾La strutturazione flessibile dello spazio

agevola, in chi ne fa uso, sia i processi di comunicazione sia quelli di socializzazione.

¾ Il comportamento di un individuo, in

una particolare situazione, è determinato non tanto, e non solo, dal pregresso esperienziale, ma soprattutto dalle interazioni sincroniche che si instaurano tra le persone MOO·LQPHUQR di un particolare ambiente. (Teoria del campo dello psicologo Kurt

Zadek Lewin)

31
32

Ambiente fisico = terzo insegnante

I·MPNLHQPH ILVLŃR QRQ q QHXPUR OM VXM VPUXPPXUM ŃRQIRUPM]LRQH TXMOLPj H predisposizione didattica, equivalgono ad un terzo insegnante (definizione del pedagogo Loris Malaguzzi - ll SULPR LQVHJQMQPH q O·MGXOPR LO VHŃRQGR q UMSSUHVHQPMPR GML SMUL H LO

PHU]R q O·MPNLHQPHB

FIUB 7OH 5HJJLR (PLOLM·V approach, un approccio basato sul modello ambientale-collaborativo-educativo rivolto

MOOM VŃXROM GHOO·LQIMQ]LM ŃRQVLGHUMPR XQR GHL SLZ HIILŃMŃL H ŃMUMPPHUL]]MPR GM TXMOLPj GHJOL HGLILŃL VŃROMVPLŃL

GHJOL MPNLHQPL H GHOOM GLVSRVL]LRQH GHJOL MUUHGL GMOO·MŃŃHVVR GLUHPPR MOOH PHŃQRORJLH H MOOM UHPH MOO·LQPHUQR

GHOO·MXOMB

Adattare lo spazio-aula per:

disporre non solo i banchi e gli allestimenti in posizioni tali da creare particolari geometrie topologiche, ma anche disporre significativamente gli studenti al loro interno, in modo da innestare comportamenti relazionali ed emotivi costruttivi di cooperazione e aiuto reciproco, fondamentali per superare isolamenti, egocentrismo e aggressività. 33

Adattare lo spazio-MXOM"

I·2F6( 2UJMQL]]M]LRQH SHU OM ŃRRSHUM]LRQH H OR VYLOXSSR economico) ha compiuto diversi studi per tentare di sistematizzare gli elementi invarianti comuni o, almeno, più condivisi tra i Paesi, sulle definizioni di ambiente di apprendimento.

Gli elementi individuati sono sei:

1. O·MPPHJJLMPHQPR GHL GRŃHQPL H GHJOL VPXGHQPL QHL ŃRQIURQPL

GHOO·MSSUHQGLPHQPR

2.il clima disciplinare della classe;

3.la relazione tra insegnante-studente;

4.la capacità del docente nello stimolare la motivazione e

O·LPSHJQR GHOOR VPXGHQPH QHOOM OHPPXUM

5.il ruolo, il coinvolgimento e le aspettative dei genitori rispetto al

processo formativo e alla scuola;

6.la leadership educativa espressa dal dirigente scolastico.

34
I·MPNLHQPH GL MSSUHQGLPHQPR VHŃRQGR 2F6( 3H6$

7UM L SMHVL GHOO·2F6( HPHUJH PHGLMPHQPH ŃOH

- il 3% della variazione nella performance dello studente è attribuibile esclusivamente alle differenze presenti

QHOO·MPNLHQPH GL MSSUHQGLPHQPRªB

- il 6% nella variazione delle performance è da imputarsi allo status socio-economico dello studente. - LQ O·HPMOLM OM VRPPMPRULM GHL GXH LQGLŃMPRUL ŃUHVŃHquotesdbs_dbs11.pdfusesText_17