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Il lavoro di Mendel, pur essendo costituito da centinaia di prove, può essere riassunto in tre diversi schemi sperimentali da ciascuno dei quali fu ricavata un’ipotesi che costituisce una delle tre leggi di Mendel Descriveremo i tre schemi riferendoci a ciascuno di essi con il nome di 1°, 2° e 3° esperimento 1



Nel XIX sec un naturalista cecoslovacco Gregor Mendel

Gregor Mendel cominciò i suoi esperimenti sull’ereditarietà dei caratteri Mendel, dopo molti anni di studi ed esperimenti sulla pianta del pisello odoroso (sette anni di esperimenti circa 28 000 piante di piselli) nel 1865 ne pubblicò i risultati in seguito denominati: ”Leggi di Mendel” 2



La genetica mendeliana - unitsit

Le leggi di Mendel Seconda legge di Mendel (della dominanza o dell’uniformità dei caratteri): "incrociando individui omozigoti che differiscono per una sola coppia di alleli, tutti i discendenti della 1a generazione filiale (F1) presenteranno uguale genotipo e uguale fenotipo, e vengono chiamati ibridi o eterozigoti"



LA GENETICA MENDELIANA - arzonematematica

Mendel capì che certi fattori ereditari assortiscono indipendentemente, vale a dire che segregano durante la formazione dei gameti e si riuniscono nel corso del processo di fecondazione seguendo semplici leggi probabilistiche Anche queste ultime intuizioni furono successivamente formalizzate in una legge – la seconda legge di Mendel – che



Eccezioni alle leggi di Mendel - Liceo XXV Aprile

Eccezioni alle leggi di Mendel 3 A Belli MENDEL ECCEZIONI DOCX POLIGENISMO Per poligenismo si intende il fatto per cui uno stesso carattere è controllato da più geni diversi Si tratta di un fenomeno abbastanza frequente; nell’uomo, per esempio, sono poligenici l’altezza, il peso, il co-lore dei capelli e molti altri



Da Mendel ai modelli - Zanichelli

B2 Capitolo B1 Da Mendel ai modelli di ereditarietà 1 lezione La prima e la seconda legge di Mendel La genetica è lo studio delle leggi e dei meccanismi che permettono la trasmissione dei caratteri da una generazione all’altra Nasce come scienza sperimentale nella seconda metà dell’Ottocento grazie al lavoro di Mendel



Gregor Mendel (1822-1884)

Liscio Rugoso Rapporto 445 152 2,93:1 950 315 3,02:1 2975 1004 2,96:1 Incrocio tra monoibridi Liscio Rugoso 500 0



SINTESI DEI CONTENUTI - Zanichelli

ti Mendel formulò la sua prima legge, o legge della segregazione dei caratteri Questa legge afferma che: le coppie di alle-li di un gene si separano (segregano) duran-te la formazione dei gameti SINTESI DEI CONTENUTI MAPPA DELL’UNITÀ B7 1 Che cos’è il patrimonio genetico 5 Il genoma umano 2 La prima legge di Mendel 3 La seconda legge



GENI E CARATTERI EREDITARI Geni e alleli - Unife

Nel corso del XIX secolo Gregor Mendel studiò il fenotipo di alcune piante di piselli e risalì al loro genotipo (linee pure, ibridi), gettando le basi per la conoscenza dei complessi meccanismi dell’ereditarietà Riassumendo Ogni carattere ereditario è controllato da una coppia di geni (uno materno e uno paterno)



Le presunte basi genetiche del razzismo

Genetica e società Le presunte basi genetiche del razzismo 2 dicembre 2008 Prof ssa Anna Maria Rossi Dipartimento di Biologia

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A. Belli MENDEL.DOCX

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Per comprendere i meccanismi Mendel prese in esame alcuni caratteri delle piante

di pisello. I lavori ebbero inizio nel 1854 e si protrassero per ben 10 anni, al termine dei quali egli formulò

tre conclusioni, conosciute oggi con il nome di "leggi di Mendel»1. Il lavoro di Mendel presenta alcune ca-

ratteristiche importanti che contribuirono non poco al successo: scelse le piante di pisello come materia- le da esperimento per due motivi in par- ticolare:

1. sono piante facili da coltivare, hanno

una crescita piuttosto rapida e per- mettono di avere anche 3 o 4 raccolti ogni volta;

2. si riproducono per autofecondazione:

il fiore è costituito da petali che si saldano tra loro, racchiudendo in una specie di no; è però possibile aprire il fiore prima che il polline giunga a maturazione, to- gliere gli stami, immettervi il polline voluto e quindi richiudere il tutto;

si limitò a considerare un solo carattere per volta e non tutti assieme, scegliendoli tra quelli che presen-

tavano due sole varianti ben Ne scelse sette in particolare, illustrati nella tabella a fianco; ripeté lo stesso esperimento centinaia di volte, annotando scrupolosamente i risultati ottenuti; in questo modo si ri- trovò con una gran quantità di dati sui quali applicò i metodi della statistica. prima di allora nessuno aveva mai pensato di elaborare matematicamente i risultati degli esperimenti perché si riteneva che non fosse possibile stabilire leggi universali che riguardassero i fenomeni biologici.

Il lavoro di Mendel, pur essendo costituito da

centinaia di prove, può essere riassunto in tre diversi schemi sperimentali da ciascuno dei quali fu tesi che costituisce una delle tre leggi di Mendel. Descriveremo i tre schemi riferendoci a ciascuno di essi con il nome di 1°, 2° e 3° esperimento.

be truccato i dati per avallare le sue tesi. Solo nel 1975, dopo decenni di dibattiti, il biologo danese Ola Blixt ha defi-

2 Le leggi di Mendel

MENDEL.DOCX A. Belli

1° esperimento

Per eseguire la prima serie di esperimenti Mendel selezionò piante di linea pura2 che differivano tra

procurò due linee pure di piante: una a fiori viola ed una a fiori bianchi. Incrociandole tra loro, constatò che

si sviluppavano sempre piante a fiori viola: viola. Quin- di Mendel chiamò dominante recessivo quello che sembrava essere scomparso.

Lsi trasmet

.. Mendel riassunse i risultati delle sue osserva- zioni in quella che oggi è conosciuta come prima legge o "legge della dominanza»: Da incroci fra linee pure di piante che presentano alleli diver- si di uno stesso carattere nascono piante in cui compare uno solo dei due alleli, quello dominante.

2° esperimento

Andando avanti nei suoi esperimenti, Mendel incrociò fra loro gli ibridi ottenuti dal primo esperi-

mento e notò che non tutti i discendenti mantenevano i fiori viola. Eseguendo un gran numero di incroci ri-

sultò, infatti, che il colore bianco dei fiori riappariva in circa un quarto delle nuove piante. Lo stesso accade-

va anche per gli altri caratteri studiati: nella seconda generazione3

scomparso, si ripresentava in circa il 25% dei discendenti. In questo modo venne formulata la seconda legge

di Mendel o "legge della segregazione»: ricomparire nella seconda generazione secondo un rapporto costante di 3:1.

Va notato che questa seconda legge è di tipo statistico. Essa è verificata con precisione tanto maggio-

re quanto più numerosi sono gli incroci che vengono effettuati: se questi sono pochi, non è detto che nelle

piante di seconda generazione i due alleli siano esattamente in rapporto di 3:1.

3° esperimento

Nella sua terza serie di esperimenti Mendel provò a considerare due caratteri contemporaneamente.

Egli scelse di nuovo due linee pure di piante che differivano per esempio per due aspetti del seme: una aveva

li aveva invece verdi e rugosi. Incrociandole egli ottenne nella F1 tutte piante con

semi gialli e lisci, i due alleli dominanti, in accordo con quanto osservato nel 1° esperimento. Nella F2 però i

. Ottenne quattro tipi di piante: a semi gialli e

lisci, a semi gialli e rugosi, a semi verdi e lisci, a semi verdi e rugosi. Tutte in proporzione tra loro secondo

un rapporto di 9:3:

lisci e 1 a semi verdi e rugosi). Questo risultato conferma la seconda legge: per ciascun carattere su 12 piante

con la forma dominante (9+3) ce ne sono 4 con la forma recessiva (3+1), quindi in un rapporto di 3:1. Però

alcune riproponevano la stessa associazione di alleli che si aveva nella generazione parentale, altre erano

2. Le piante di linea pura sono quelle che, riproducendosi per sola autofecondazione, danno sempre luogo a discendenti

con lo stesso allele, altrimenti si parla di ibridi. Naturalmente ha senso parlare di linea pura solo in riferimento ad un

determinato caratdividuo nel suo complesso.

3. Le piante di linea pura da cui Mendel era partito costituiscono la generazione parentale (P), dal loro incrocio si ot-

tenne la prima generazione filiale (F1seconda generazione filiale (F2).

Le leggi di Mendel 3

A. Belli MENDEL.DOCX

combinazioni del tutto nuove. Ripetendo lo stesso esperimento con altre coppie di caratteri, Mendel giunse

alla formulazione della terza legge o : I caratteri associati nei genitori si ereditano in maniera indi- LLIINNTTEERRPPRREETTAAZZIIOONNEE DDEELLLLEE LLEEGGGGII DDII MMEENNDDEELL

Dai suoi risultati Mendel si rese subito conto che, nella trasmissione ereditaria dei caratteri non vi era

nessun mescolamento. Per esempio le piante a fiori viola incrociate con piante a fiori bianchi non avevano

mai dato piante a fiori rosa e lo stesso era accaduto per tutti i caratteri da lui considerati. I risultati mostrava-

no dunque che i caratteri erano ereditati come entità discrete. Fu Mendel stesso a interpretare le leggi che lui

stesso aveva scoperto attraverso la formulazione di due ipotesi: ogni carattere è deter minato che possono essere tra loro identici (e in questo caso omozigote per quel carattere) o diversi (detto allora eterozigote)4quotesdbs_dbs2.pdfusesText_4